Rifiuti, vertenza Rap, presto le assemblee, sindacati “nessuna vera svolta rispetto ad Amia”

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“Siamo preoccupati, siamo in attesa da troppo tempo di una svolta concreta alla riorganizzazione aziendale della Rap, che fino ad oggi, si è rivelata solo un modesto specchietto per le allodole in termini di propaganda mediatica. Nessuna vera riorganizzazione, e nella sostanza dei fatti nulla di nuovo rispetto alla vecchia Amia fallita: gli stessi mezzi, fatta eccezione per i nuovi veicoli per la raccolta di prossimità, peraltro già avviata dagli ex commissari straordinari, la stessa invivibilità degli ambienti di lavoro, la stessa mancanza di sicurezza degli autoparchi e delle sedi aziendali, le cui condizioni di igiene e di manutenzione continuano ad essere precarie, la stessa mancanza di attrezzature e materiali. L’assenza poi di un disegno reale di prospettiva di sviluppo industriale: nessun reale progetto sull’impiantistica; nessuna programmazione e pianificazione degli acquisti”. Ad affaermarlo unitariamente sono i sindacati Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel, Ugl e Filas che si preparano così ad indire le assemblee dei lavoratori della Rap, che potrebbero causare rallentamenti nei servizi di igiene ambientale e manutenzione strade. Fra i motivi, aggiungono “le forti perplessità espresse sulla vicenda ‘Bellolampo aperta a tutti” e sulla vicenda Reset, temi sui quali l’azienda continua ad essere sfuggente disattendendo, di fatto, il dovere normativo e contrattuale di confrontarsi in maniera puntuale e trasparente con le parti sociali”. Ed intanto, lamentano “ i lavoratori continuano ad essere adibiti a diverse mansioni superiori senza percepire alcuna retribuzione: operatori ecologici adibiti alla conduzione dei mezzi, alle manutenzioni stradali, alla conduzione dei mezzi in discarica, alle manutenzioni di impianti e sedi aziendali, lavoratori amministrativi che svolgono mansioni di capi area. Per non parlare dei circa 140 lavoratori part-time sui quali l’azienda ha assunto impegno per la trasformazione a full-time, impegno a tutt’oggi disatteso”. Da qui fanno sapere, la decisione di proclamare assemblee per sottolineare, concludono, “l’incapacità certificata anche sul tema della gestione del personale che continua a generare confusione, contrapposizioni e sovrapposizioni nei ruoli dirigenziali e apicali nonché la totale assenza di un percorso di fidelizzazione delle maestranze tutte. A chi si permette il lusso di dire ai lavoratori che senza guanti e senza scarpe devono e possono ugualmente uscire per il servizio , ricordiamo che si tratta di dispositivi di protezione individuale e che cosi vanno incontro a chiare responsabilità penali”.

 

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