Print This Post
Fonte: livesicilia.it di Giada Lo Porto
Siamo stremati, non sappiamo come pagare affitti, tasse e bollette e siamo costretti a rimanere in case buie e senza acqua. Ci hanno tolto il lavoro che rappresentava il nostro sostentamento e adesso vogliono privarci anche della dignità ma non ci riusciranno
PALERMO – Lunedì di fuoco per i 519 ex Lsu che, sin dalle prime ore del mattino, hanno affollato la via Cavour, davanti la Prefettura di Palermo, per chiedere ancora una volta stabilizzazione e certezze per il loro futuro professionale. Volti stanchi e parole spezzate in gola quelle dei collaboratori scolastici le cui tasche sono ormai messe a dura prova: “Siamo stremati, non sappiamo come pagare affitti, tasse e bollette e siamo costretti a rimanere in case buie e senza acqua – dichiara Sergio Inguglia -. Ci hanno tolto il lavoro che rappresentava il nostro sostentamento e adesso vogliono privarci anche della dignità ma non ci riusciranno”. Gli ex lsu non percependo lo stipendio da oltre otto mesi, infatti, non riescono più a fronteggiare la quotidianità: “Mi spiegate che governo è quello che permette e tollera una situazione del genere? – urla tra le lacrime Concetta D’Angelo -. La sera devo andare a cercare il cibo per la mia famiglia e non sempre ci riesco. Se la situazione non viene risolta entro domani sono disposta ad installare brandine e tende qui su questa strada”. A farle eco diversi manifestanti: “Da qui non ce ne andiamo, non abbiamo più cosa perdere – dichiarano in coro -. Sono finite anche le lacrime”.
Nel corso dell’incontro di giovedì scorso tra le sigle sindacali e il Prefetto era stata dimostrata apertura verso i problemi della categoria. “Il Prefetto ci ha assicurato che tra oggi e domani ci avrebbe dato risposta sia in merito allo sblocco delle somme arretrate sia per la stabilizzazione – spiega Francesco Amato, segretario generale Felsa Cisl -. L’unica certezza è che rimarremo qui giorno e notte se serve. La situazione è ormai allo stremo della drammaticità e non può essere ulteriormente rimandata dalle istituzioni locali. Ai problemi delle 519 famiglie si aggiungono i disagi delle scuole rimaste senza personale e costrette ad effettuare orari ridotti”.