Si terrà il prossimo mercoledì 8 settembre dalle 16 alle 20 a Palermo, presso il Foro Italico Umberto Primo, altezza via Lincoln, l’assemblea cittadina indetta da Cgil Cisl Uil Palermo, Ugl, unitamente alle segreterie territoriali di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom uil e Ugl Tlc sulla vertenza Almaviva Contact, con un dibattito al quale i sindacati invitano a partecipare cittadini, lavoratori, rappresentanti delle istituzioni e della politica. Il 9 invece si terrà lo sciopero dei lavoratori. “In gioco ci sono le sorti di 570 famiglie – spiegano – per questo invitiamo tutti a partecipare per ribadire che Palermo non può permettersi di perdere questi posti di lavoro” spiegano i sindacati. “È inaccettabile che un’Azienda di fatto pubblica, ITA ( al 100% di proprietà del ministero del Tesoro) bandisca una gara di questa entità con modalità privatistiche, non rispettando la legge sulle clausole sociali, mettendo in pericolo in prima battuta il posto di lavoro di 621 lavoratori del Sud e inoltre creando un pericolosissimo precedente che mette a rischio l’intera temuta di un settore che da un ventennio costituisce il più fertile polmone occupazionale del sud ed in particolare della Sicilia”. La vertenza è scoppiata dopo che ITA la nuova Alitalia ha bandito una gara d’appalto per la gestione dell’assistenza clienti finora svolta da Almaviva, assegnandola poi a Covisian senza l’inserimento delle clausole di salvaguardia sociale. “Una vertenza cittadina che coinvolge il territorio produttivo della città di Palermo, la tenuta occupazionale di tante famiglie e ricadute sociali insostenibili, visto anche l’attuale momento storico che vede questa regione perdere una parte rilevante del proprio Pil e un incremento esponenziale dei livelli di disoccupazione. Pertanto l’esigenza di indire un confronto cittadino utile a determinare un’assunzione di responsabilità di tutta la rappresentanza politica eletta sul territorio a sostegno della vertenza. Siamo consapevoli della complessità del passaggio dalla vecchia compagnia di bandiera alla nuova e del tentativo di esibire alla comunità europea una connotazione di forte discontinuità, ma questo non può essere il pretesto per destrutturare un sistema regolatorio posto a tutela dei livelli occupazionali, in assenza del quale le conseguenze per la città di Palermo sarebbero estremamente gravi ed insostenibili” concludono i sindacati.