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Quasi 5 mila infortuni sul lavoro lo scorso anno a Palermo, e nel solo gennaio di quest’anno si sono registrate 541 denunce rispetto a 461 del 2020 quando sono stati ben 13 gli incidenti mortali. La sicurezza sul lavoro resta un’emergenza anche nel territorio del capoluogo siciliano, cosi, Cgil Cisl Uil Palermo hanno lanciato l’allarme nel corso della mobilitazione nazionale “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro” che si è tenuta con le assemblee unitarie in tutto il Paese. Al porto di Palermo si sono ritrovati lavoratori di diversi settori, delegati e rappresentanti per la sicurezza, per chiedere a gran voce un Patto per la salute e la sicurezza. Fra gli interventi i lavoratori dei settori edile, vigilanza privata, industrie grandi aziende e telecomunicazioni e portuali. Sette i punti essenziali della piattaforma unitaria lanciata nei giorni scorsi a livello nazionale dalle tre confederazioni c’è la contrattazione nei luoghi di lavoro per incidere sull’organizzazione del lavoro con impatto sulla salute e sicurezza; la qualificazione delle imprese, la formazione, il rafforzamento della rappresentanza sindacali, maggiori ispezioni nei luoghi di lavoro, l’innovazione e ammodernamento tecnologico insieme ai dispositivi di sicurezza e la scuola con l’inserimento della materia della salute e sicurezza sul lavoro. “Quest’iniziativa nasce dal fatto che nonostante le leggi e la legislazione sulla sicurezza, in Italia ci sono annualmente più di mille morti nei luoghi di lavoro. Il 2021, malgrado la contrazione delle attività lavorate a causa della pandemia, è stato un anno drammatico. Nel primo trimestre del 2021 in Italia ci sono stati 185 infortuni mortali rispetto ai 166 del primo trimestre del 2020, con un incremento dell’11,45 per cento – ha spiegato Francesco Piastra segretario organizzativo Cgil Palermo -. Quello che ci ha colpito in queste ultime settimane è il fatto che non è passato giorno in cui non abbiano perso la vita sul lavoro dei giovani, come Luana D’ Orazio, l’operaia di 22 anni di un’azienda tessile di Prato. Bisogna affrontare quest’emergenza. La vertenza aperta dal sindacato durerà nel tempo e si dovrà chiudere anche con processi legislativi ulteriori. Con la proposta concreta di rafforzamento della formazione dei lavoratori e del ruolo degli Rls e con l’inserimento della formazione sulla sicurezza a partire dalle scuole. Organizzazione del lavoro e piano della sicurezza devono andare di pari passo”. “La prima mossa che deve fare la Regione è assumere ispettori e garantire loro i mezzi per lavorare – ha affermato Claudio Barone segretario generale Uil Sicilia – ad esempio finanziando le trasferte. Soprattutto nelle piccole imprese i controlli sono quasi del tutto inesistenti. Ma la sicurezza funziona solo laddove c’è una presenza del sindacato. Il sistema degli enti bilaterali può garantire a lavoratori e imprese il rispetto delle regole sulla sicurezza e una formazione adeguata. Così come un corretto intervento dei rappresentanti dei lavoratori, Rls. La Regione adesso deve creare un sistema effettivo ed efficiente. Gli ispettori non devono avere solo una funzione sanzionatoria ma possono aiutare le imprese ad adeguarsi. L’opera di sensibilizzazione è importante”. A concludere l’iniziativa è stato il segretario confederale Cisl nazionale Angelo Colombini: “Il fenomeno non è nuovo, ma ad emergere con particolare evidenza, in questi giorni non è la recrudescenza del dramma delle morti sul lavoro, ma la ripresa degli episodi in parallelo al progressivo ritorno alla ‘normalità dell’attività lavorativa, con la presenza dei lavoratori nei posti di lavoro. E’ per questo che non è più rinviabile una Strategia nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro, l’Italia è l’unica nazione europea che non l’ha ancora elaborata, che indichi le linee politiche e le risorse economiche che il governo intende perseguire ed impegnare sul tema della prevenzione. Nel PNRR non vi è alcun investimento previsto”. Colombini ha aggiunto: “E’ quindi necessario siglare un Patto per la salute e la sicurezza tra Governo Cgil Cisl Uil e datori di lavoro che diventi modello organizzativo e partecipativo nei luoghi di lavoro. Fra i punti della piattaforma abbiamo inserito proprio la centralità della contrattazione di prossimità perché occorre avviare una stagione di contrattazione anche sull’organizzazione del lavoro, a partire dagli aspetti di maggior riflesso sulla salute e sicurezza sul lavoro. Deve essere oggetto di accordi aziendali la gestione e il ricollocamento dei lavoratori che hanno problemi di disabilità, inidoneità al lavoro, non potendo per tutti convertire la mansione in lavoro agile. Tutto per fermare queste stragi nei luoghi di lavoro” conclude Colombini.

 

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