Volontariato e politiche sociali, Cisl e Anteas “I bisogni sociali crescono ed è carente la risposta delle istituzioni. Si pensi a un welfare innovativo e generativo”

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Una povertà crescente, un disagio sociale ed economico forte quello vissuto nei comuni del palermitano e nella città di Palermo, dove su una popolazione di oltre un milione e 200 mila, gli anziani over 65 sono oltre 328 mila, i disabili circa 131 mila, i non autosufficienti oltre 26 mila, i minori circa il 3 per cento con un numero significativo di patologie invalidanti. La disoccupazione è aumentata, in alcuni comuni della provincia la percentuale supera il 30 per cento, il reddito pro-capite soprattutto nell’entroterra palermitano si aggira attorno agli 8-13 mila euro annui. La mappatura delle condizioni sociali ed economiche del territorio realizzata da Anteas Palermo è stata fra i temi al centro dell’incontro “Volontari 3.0. Il ruolo del Terzo settore quale strumento attivo di nuove politiche sociali” organizzato dalla Cisl Palermo Trapani insieme alla stessa Associazione Nazionale tutte le età Attive per la Solidarietà.~“Questa analisi dei bisogni sociali svolta dalla nostra Anteas è soltanto all’inizio, riteniamo che la mappatura delle reali esigenze del territorio sia un punto di partenza per discutere ai tavoli con i Comuni e i Distretti socio-sanitari di una programmazione di politiche sociali più adeguata” ha affermato il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana aprendo l’incontro che si è svolto in videoconferenza e trasmesso sui social del sindacato.~“Serve pensare ad un welfare innovativo che individui i veri bisogni e indirizzi le risorse disponibili verso le reali esigenze attribuendo un ruolo centrale al volontariato e alle associazioni, che sul campo garantiscono la loro assistenza a chi ha più bisogno. Il ruolo del privato sociale è fondamentale perché è chiaro – ha aggiunto La Piana –, che il settore pubblico non ce la fa da solo a garantire l’assistenza adeguata, quindi anche piccole realtà in grado di garantire i loro servizi nei singoli territori vanno considerate nella programmazione delle politiche sociali locali in un’ottica di Rete come risorse spesso capaci di garantire prestazioni specializzate”. La Piana ha aggiunto “Siamo dell’idea, che serve maggiore contrattazione sociale con un ruolo importante del sindacato e delle sue associazioni come Anteas, infatti grazie a queste realtà che hanno un ruolo attivo e fattivo nella promozione del benessere sociale, familiare ed individuale, conosciamo in maniera capillare ed estesa i bisogni dei cittadini. Forse è arrivato il momento di rivedere complessivamente gli obiettivi alla base delle politiche sociali a livello locale e preso atto del sempre più diffuso ricorso alla esternalizzazione dei servizi secondo il principio della sussidiarietà, è necessario iniziare a ragionare sulla ‘messa a regime’ delle procedure di assegnazione e aggiudicazione dei servizi affinché i cittadini non debbano sperimentare, come spesso accade, interruzioni, sospensioni temporanee, lunghe talvolta anche anni di servizi di enorme importanza”. Per il segretario Cisl Palermo Trapani La Piana , “nel tempo infatti le associazioni che hanno operato nel terzo settore lo hanno fatto al limite della praticabilità, con enormi sforzi visti i tempi troppo lunghi da parte delle istituzioni per la realizzazione dei bandi, l’assegnazione del servizio e soprattutto per i pagamenti; tutte cose che hanno fortemente inciso in modo negativo sulla qualità del servizio e sui tempi di erogazione, lasciando a volte la gente in balia dei bisogni e senza risposta. Resta da valutare quanto la scelta di un adeguato cofinanziamento richiesto alle associazioni aggiudicatarie sia un elemento che assicuri qualità del servizio e rispetto delle normative del lavoro e contributive; a volte è sembrato che l’aver privilegiato la solidità economica delle imprese sociali sia stato ‘un mero formalismo’ soprattutto quando non accompagnato da azioni volte ad assicurare professionalità adeguata degli operatori nell’ambito degli specifici ambiti di intervento”. Nei comuni della provincia palermitana, nel complesso circa il 19 per cento della popolazione anziana presentazione limitazioni funzionali. La protezione sociale destinata a loro è per il 57 per cento di carattere socio sanitaria e il 37,5 di accoglienza abitativa. L’assistenza domiciliare socio assistenziale per anziani è offerta per circa il 54 per cento dai comuni (in Italia è l 84 per cento), quella domiciliare integrata dal 7,2 per cento dei comuni. A Palermo i pensionati che vivono in condizione di povertà sono tanti, il 50 per cento delle pensioni erogate riguardano importi minori come 500 euro, da lavoro la media è 1022 mentre la reversibilità è 674 euro. “Abbiamo avviato questa mappatura dei bisogni sociali che mostra chiaramente che, per quanto riguarda l’assistenza dei non autosufficienti – ha spiegato Armando Zanotti presidente Anteas Palermo –, tutto si affida alla presenza di strutture di accoglienza in buona parte di natura privatistica o alcune con forme convenzionate con gli enti locali o distretti socio-sanitari. Risulta inesistente quasi del tutto la presenza di centri aggregativi per giovani sia per mancanza di fondi comunali sia per disponibilità irrisoria di strutture comunali da destinare. Per lo più si tratta di iniziative di parrocchie e volontariato. Inesistente anche la rete dei servizi territoriali sanitari, carenze infrastrutturali di presidi sanitari e carente il servizio assistenza domiciliare integrata soprattutto per disabili gravi soggetti a isolamento abitativo o affetti da disturbi mentali. Spesso si rinuncia alla cura per via della mancanza di reddito, di strutture ospedaliere pubbliche vicine” ha aggiunto Zanotti. All’incontro ha preso parte il segretario confederale Cisl nazionale Andrea Cuccello; “Come Cisl siamo convinti che in Italia serva costruire un modello di politiche sociali che sia di natura “industriale”. Con il lockdown abbiamo visto quanta solitudine ci fosse nei territori, quella degli anziani, dei bambini, dei giovani, delle famiglie e di quanto le reti esistenti non fossero adeguate per dare loro risposte. In Italia si spende molto e male quindi c’è l’esigenza di creare una rete di servizi nuova e funzionale in grado di soddisfare le esigenze dei più deboli. Non va sprecato quanto di buono ha saputo produrre la trattativa con l’Europa: i fondi del Recovery fund e del Mes devono essere utilizzati per dare nuove certezze e risposte a tanti bisogni sociali del nostro Paese. Riteniamo che il sociale possa occupare tanti giovani che formandosi con alte specializzazioni potrebbero trovare nel settore uno sbocco professionale. In Italia si registra una bassa natalità, un alto invecchiamento della popolazione: il Family Act può essere lo strumento che inizi ad invertire la tendenza. Poi bisogna lavorare sull’attesa legge sulla non autosufficienza: ma in modo che pensi a tutte quelle persone che vivono una situazione di disagio, per chi ha conosciuto una malattia invalidante, un incidente, insomma un grave inciampo che ha aggravato la condizione di vita, una legge quindi che individui i livelli essenziali e i criteri uniformi che possa tener conto del bisogno assistenziale, con un’integrazione sociosanitaria che riesca ad offrire servizi più efficienti e dia risposte efficaci alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie”. Per il segretario Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio “le politiche sociali del passato di certo non bastano anche perché la condizione sociale ed economica complessiva del nostro territorio è peggiorata. Per questo per noi è determinante a questo punto giungere ad un patto sociale sul welfare che veda prima di tutto le istituzioni, soprattutto quelle locali in condizione di dare vere risposte concrete a chi è in difficoltà; che veda un ruolo attivo delle associazioni di volontariato e un sindacato partecipe attraverso la contrattazione sociale di secondo livello sulla programmazione degli interventi da mettere in campo per affrontare i disagi sociali e la povertà. Bisognare, dunque, fare rete”. Rosanna Laplaca segretaria regionale Cisl Sicilia e portavoce Alleanza contro la Povertà ha aggiunto: “l’Alleanza in questi ultmi mesi, con la piena consapevolezza che l’emergenza sanitaria si sarebbe trasformata in emergenza sociale, ha continuato a chiedere al governo regionale impegni e azioni concrete. Bisogna fare in modo che nei territori si metta in campo un welfare davvero generativo, che crei inclusione sociale, che riconosca un ruolo centrale al terzo settore altrimenti restiamo sempre nell’ambito delle mere forme di assistenzialismo. E’ stato istituito un tavolo regionale, l’Alleanza ha presentato ben dieci proposte al governo Musumeci che però si è dimostrato parecchio sordo. Abbiamo proposto la rivisitazione dei fondi europei perché sulle politiche sociali non c’è visione d’insieme e la nuova programmazione va fatta mettendo in moto un nuovo modello di governance del sistema che risolva tutte le falle finora mostrate”.
All’incontro ha partecipato anche Francesco Di Giovanni coordinatore Associazione Inventare Insieme (Onlus) Centro Tau. “Il mondo del volontariato – ha spiegato – è cruciale per migliorare le politiche sociali a favore di chi ha più bisogno, per una delle finalità della nostra associazione è quella di promuovere forme di collegamento e collaborazione con altri gruppi, organismi, movimenti, associazioni del Terzo settore. Il tutto deve essere accompagnato da una visione di welfare da parte delle istituzioni, che metta al centro la persona e la renda parte attiva di una comunità. Le forme assistenzialistiche finora usate non hanno alcun effetto sulla società, non mettono in moto il lavoro. Con questa visione abbiamo pensato e progettato l’esperienza della Comunità Educante Evoluta Zisa Danisinni. A partire dai bisogni di crescita dei bambini occorre pensare ad una alleanza comunitaria capace di accompagnare un bambino o una bambina del nostro micro territorio fino al momento in cui diventa lavoratore o lavoratrice. C’è l’esigenza di definire impegni comuni che non si legano soltanto ai tempi dell’istruzione obbligatoria, ma che prevedono la possibilità di inserimento nei servizi per la prima infanzia; la riduzione delle disuguaglianze; il sostegno ai percorsi di istruzione superiore e di formazione professionale attraverso l’accompagnamento educativo e il sostegno economico alle spese connesse; l’orientamento e l’accompagnamento al mercato del lavoro”.
La segretaria generale della Fnp Cisl Rosaria Aquilone ha parlato della condizione delle strutture che si occupano degli anziani non autosufficienti. “L’assistenza risulta inadeguata, abbiamo chiesto alle istituzioni nei mesi scorsi insieme agli altri sindacati, una mappatura, in ogni comune, delle strutture esistenti ed operanti, il numero e le condizioni dei cittadini ospitati, così come le caratteristiche degli operatori impegnati in ciascuna struttura. Ciò che serve inoltre è garantire ai nostri anziani, il diritto di curarsi, con il superamento delle lunghissime liste d’attesa e investimenti nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e nella domiciliarità. Obiettivi raggiungibili anche se si riconosce il giusto ruolo nelle politiche sociali al mondo del volontariato”. Per il Presidente di Acli Palermo Nino Tranchina: “L’attuale emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 ha determinato nel nostro paese una grave crisi economica e sociale. Per uscire da questo tunnel sempre più buio, è necessario il coinvolgimento di tutti. Un ruolo importante può essere svolto dai corpi intermedi che creano solidarietà attraverso la sussidiarietà. È necessario implementare le misure a sostegno delle famiglie, partendo dalla riforma dell’attuale sistema fiscale, che con le attuali cinque fasce, non è equo, risultando penalizzante soprattutto per le fasce più deboli. La ripresa economica e sociale sarà possibile se saremo capaci di realizzare un welfare più inclusivo che realizzi l’effettiva parità di genere nel mondo del lavoro, con le donne non discriminate negli orari di lavoro e nelle retribuzioni, e l’inserimento dei giovani. Bisogna investire sul capitale umano e puntare sulla formazione, soprattutto dei giovani: non è più procrastinabile l’avvio della formazione professionale in Sicilia, bloccata da anni”. Per il presidente di Anteas Sicilia Carlo Albanese : “un importante piano di relazione fra il mondo associazionistico e le Istituzioni è quello del dialogo e del riconoscimento, oltre a quello della programmazione e dell’uso delle risorse, fattore altrettanto importante. In un quadro di dichiarata non abbondanza le Istituzioni devono ancora capire fino in fondo che il Volontariato è in grado di avere voce in capitolo per incidere sulle scelte di programmazione e dunque sulla distribuzione delle risorse, secondo macro-obiettivi e obiettivi specifici legati ai bisogni (non certo tutti insieme) dei territori e delle Persone”.
INTERVISTA LEONARDO LA PIANA SEGRETARIO CISL PALERMO TRAPANI

INTERVISTA ANDREA CUCCELLO SEGRETARIO CONFEDERALE CISL NAZIONALE

INTERVISTA SEBASTIANO CAPPUCCIO SEGRETARIO CISL SICILIA

INTERVISTA ARMANDO ZANOTTI PRESIDENTE ANTEAS PALERMO

 

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