Formazione, i numeri del disastro, Cisl “su oltre 8 mila lavorano, lavorano la metà”

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Duecentodiciotto operatori Ial degli ex sportelli multifunzionali già licenziati a giugno del 2014 restano tutt’ora nella speranza di trovare una eventuale collocazione nelle Agenzie per il Lavoro, che, però, sono ancora in fase di accreditamento, 573 lavoratori dello stesso ente degli interventi formativi, per i quali, l’attività è cessata con la revoca dell’accreditamento, sono in attesa di una possibile convocazione di un tavolo di crisi nazionale. Sono solo alcune delle emergenze della vertenza della formazione professionale denunciati con una lettera inviata al Presidente della Regione e gli assessorati alla Formazione e al Lavoro, dal coordinatore della formazione per la Cisl Scuola, Giovanni Migliore. I lavoratori degli enti revocati e senza accreditamento, spiegano dalla Cisl Scuola, (Ial Sicilia, Cefop, Ecap, Enfap, ecc.) “stanno pagando – scrive Migliore – colpe non loro restando ancora senza prospettive e senza ammortizzatori sociali per il sostegno al reddito”. La situazione di tutti operatori “è drammatica , su un numero di 8.096 lavoratori censiti, solo 4.397 lavorano, ma di questi 934 sono dipendenti di enti che hanno in corso le procedure di mobilità, 613 sono in contratto di solidarietà difensivo e 893 operatori degli ex sportelli multifunzionali sono in attesa di conoscere il proprio destino”. Di fatto solo 1.957 lavoratori su 8.096 (pari al 24,17%), percepisce una retribuzione quasi regolare. “Ancora oggi non si intravedono soluzioni per la situazione ormai drammatica dei lavoratori del settore, per la minoranza di operatori attualmente in attività, continuiamo a registrare forti ritardi per il pagamento delle retribuzioni causate dai ritardi delle erogazioni dei fondi agli enti gestori” aggiunge Migliore. “Gli uffici dell’assessorato non hanno fatto passi avanti sulle rendicontazioni delle attività degli anni pregressi non consentendo, di fatto, l’erogazione delle stipendi a saldo del 2013 e del 2014. Dopo la revoca degli accreditamenti, malgrado alcuni degli enti svolgessero un notevole volume di attività, la Regione non ha avviato soluzioni per garantire il servizio ai giovani ed, addirittura, in alcune provincie manca, quasi del tutto, l’offerta formativa”. Da qui la richiesta “soluzioni urgenti, atti straordinari che consentano il pagamento degli stipendi arretrati, l’individuazione di misure di sostegno al reddito per i lavoratori senza lavoro e la programmazione futura per un riordino vero e immediato dell’intero settore”.

 

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