Immigrazione, Cisl “emergenza non si risolve alzando muri, ma con responsabilità”

[print_link]

 

“Il grave problema dell’emergenza immigrazione non si risolve alzando muri ma affrontando la situazione con grande senso di responsabilità”. Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Responsabile Dipartimento immigrati, donne, giovani della Cisl. “La mancanza di una risposta collettiva da parte dell’Europa- continua Ocmin- rischia di gettare benzina sul fuoco riguardo al problema della sostenibilità delle nostre strutture adibite all’accoglienza e delle regioni e dei comuni cui è richiesto un ampliamento della propria capacità ricettiva. La posizione presa da alcuni governatori del Nord è inconcepibile quanto sbagliata e rappresenta solo una provocazione al governo. E’ invece giunto il momento di reclamare dall’Europa maggiore condivisione e solidarietà. Come Cisl siamo sempre più convinti della necessità del superamento del Regolamento di Dublino che va affrontato da subito per dare respiro ai territori più esposti e permettere una ripartizione, da parte di ciascuno dei 28 paesi dell’Unione, dei rifugiati che continuano ad arrivare in Italia”. “Questi passaggi importanti- conclude Ocmin- dovranno essere accompagnati da una seria politica di cooperazione internazionale per intervenire sulle cause di tante tragedie che finiscono per dare “in pasto” al mare ed ai trafficanti di esseri umani migliaia di uomini, donne e bambini”. E sul tema è intervenuto anche il segretario Cisl Sicilia. “Fingere di chiudere gli occhi per non vedere, non serve assolutamente a nulla ammesso che si possa legittimamente fare”, ha detto Mimmo Milazzo. A chi annuncia di volersi rinchiudere nel “proprio fortino sotto il campanile”, la Cisl Sicilia ricorda “la compostezza e la civiltà delle popolazioni dell’Isola a cominciare da quelle di Lampedusa e Pozzallo dove Cgil Cisl e Uil, quest’anno, hanno voluto celebrare il Primo Maggio nel segno dell’accoglienza e della solidarietà”. Per il segretario della Cisl Sicilia semmai, sul piano nazionale, va ripensato il meccanismo della cittadinanza perché “i figli di migranti che nascono, studiano, lavorano e pagano le tasse in Italia, vanno considerati cittadini italiani a tutti gli effetti”.

 

News correlate