“Le vicende dell’Ato Palermo 2 già fallito e dall’Ato Palermo 1 in grave crisi economico finanziaria, dimostrano, a nostro avviso, che è in atto quella che può essere definita una vera e propria ‘strategia del fallimento’. Ci chiediamo a chi possa giovare tutto ciò , certamente non ai lavoratori mortificati e ridotti ad elemosinare ogni mese un diritto, la retribuzione”. Ad affermarlo intervenendo sulla vertenza dell’Ato Palermo 1 che gestisce la raccolta in 12 comuni del palermitano fra i quali Carini e Partinico, è Alessandro Miranda segretario provinciale Fit Cisl. I circa 300 lavoratori sono in attesa degli stipendi, da dicembre per i 103 della Temporary, da gennaio per i 200 dell’Ato. Stamani parte degli operai ha improvvisato una protesta spontanea nella sede dell’autoparco di Carini.
“Continuiamo a non capire come mai gli amministratori locali dispongono delle risorse economiche per pagare le ditte private e dichiarano di non avere fondi per pagare l’Ato” “La tensione è alle stelle – continua Miranda – auspichiamo che il buonsenso prevalga, e che al termine dell’incontro di questa sera fissato in Prefettura a Palermo alla presenza del commissario straordinario e dei sindaci dei comuni, si possa giungere ad una soluzione che garantisca con immediatezza il pagamento delle retribuzioni e quindi maggiore serenità per tutti i lavoratori”. Ma l’emergenza non riguarda solo gli Ato del palermitano, come spiega Dionisio Giordano segretario regionale Fit Cisl Ambiente . “Non sono solo queste le situazioni esplosive in Sicilia, la nostra preoccupazione è legata alla imminente scadenza del 30 giugno data in cui cesseranno di esistere gli Ato in liquidazione, come previsto da un ordinanza del presidente della Regione, non prorogabile. Se la Regione non velocizzerà la nascita delle Srr, anche individuando una modifica normativa, il rischio concreto sarà , dal primo luglio in poi, lo stop di servizi di raccolta in buona parte della Sicilia”.