“Se il nuovo governo sarà caratterizzato dallo stesso metodo, dalla stessa impostazione e dalle stesse persone, non riusciremo ad uscire dall’emergenza economica sociale ed amministrativa vissuta dalla nostra Isola. Serve una vera svolta, una nuova consapevolezza e il riconoscimento degli errori fatti nel passato che hanno aggravato gli effetti della crisi, se così non sarà, sarà morto prima di nascere”. Ha preso il via cosi con le parole del Segretario della Cisl Sicilia Maurizio Bernava sui temi della crisi politica ed economica della Sicilia, la riunione dell’esecutivo al quale ha preso parte, nella sede regionale di piazza Castelnuovo a Palermo, il gruppo dirigente siciliano dopo la grande manifestazione di sabato scorso, nel corso della quale il sindacato ha suonato la sveglia alla Regione portando in piazza le testimonianze delle emergenze. Durante la riunione il Segretario Bernava ha annunciato la candidatura a componente della segreteria confederale nazionale per l’elezione della nuova segreteria del leader della Cisl Annamaria Furlan, che si terrà il prossimo 31 ottobre nel corso del consiglio generale a Roma. “Ci auguriamo – incalza Bernava – che l’esecutivo nasca con strategie, obiettivi e priorità adeguate ad affrontare le tante emergenze sociali, supportate dalla qualità dei componenti di governo a partire soprattutto dalle deleghe più delicate e strategiche per il futuro della Sicilia, questo sarebbe il vero segnale di novità e discontinuità”. “La Cisl metterà come sempre a disposizione le sue proposte sul risanamento del debito pubblico, la ristrutturazione della spesa, la riorganizzazione del sistema regionale e degli enti locali, un diverso utilizzo dei fondi europei che sia mirato allo sviluppo produttivo e al riordino dei servizi per le tutele sociali dei siciliani”. Bernava conclude “lanciamo un appello, affinché si impegnino in tal senso tutti i gruppi politici consapevoli come noi che la Sicilia, oggi, si trova all’ultima chiamata per il superamento dell’emergenza. Se il nuovo governo deve sorgere solo sulla base delle esigenze politiche e personali e da dibattiti chiusi interni alla maggioranza, il rischio reale sarà quello di non riuscire a superare l’emergenza economico, finanziaria, sociale e amministrativa della Sicilia, portandola al suo fallimento”.