Fincantieri, “siglato accordo per rilancio industriale del cantiere navale di Palermo”

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Ci auguriamo che dagli annunci si passi ai fatti per definire con certezza il rilancio di uno dei principali sito produttivi di Palermo. A questo punto è essenziale la sigla di un accordo di programma quadro al Ministero dello sviluppo Economico fra Regione, autorità portuale, sindacati e azienda per procedere con il progetto dell’opera

 

Nuovi carichi di lavoro per tutto il 2014 allo scopo di ridurre la cassa integrazione a partire dal mese di luglio, investimenti da 2,5 milioni di euro all’interno del cantiere e il cofinanziamento con la Regione siciliana del bacino galleggiante da 80 mila tonnellate per sviluppare l’off-shore, la flessibilità nell’orario di lavoro per i quasi 500 operai con 40 ore settimanali distribuite su sei giorni. Sono i principali punti dell’accordo per il rilancio del cantiere navale di Palermo siglato stamani, dopo venti ore di trattative da Fim Fiom Uilm e Fincantieri. “Siamo soddisfatti – spiegano Salvatore Picciurro Segretario regionale Fim Cisl Sicilia e Ludovico Guercio Segretario Fim Cisl Palermo Trapani –, Fincantieri ha annunciato il rilancio del sito palermitano con nuove commesse e interventi sullo stabilimento, ma tutto dipenderà dal mantenimento degli impegni della Regione siciliana sulla costruzione del bacino di carenaggio da 80 mila tonnellate. Ci auguriamo che dagli annunci si passi ai fatti per definire con certezza il rilancio di uno dei principali sito produttivi di Palermo. A questo punto è essenziale la sigla di un accordo di programma quadro al Ministero dello sviluppo Economico fra Regione, autorità portuale, sindacati e azienda per procedere con il progetto dell’opera”. L’accordo prevede dunque la flessibilità sull’orario di lavoro contrattate dall’azienda con la settimana lavorativa di 6 ore per 6 giorni. L’azienda, dal canto suo, si è impegnata a procurare al sito palermitano nuovi carichi di lavoro che permetteranno in maniera graduale entro luglio del 2014 il forte ridimensionamento della cig. Prevista infatti per tutto il 2014, la trasformazione di quattro navi della Msc di 22 paratoie metalliche in acciaio per la bocca di porto del S.Nicolò di Venezia e l’acquisizione di commesse riguardanti le riparazioni navali di alcune navi traghetto. “Altro impegno di Fincantieri .- aggiungono Picciurro e Guercio – sono gli investimenti sostanziali da 2,5 milioni di euro allo scopo di ammodernare il sito industriale e potenziare la sua produttività. Tutto ovviamente legato alla costruzione del bacino da 80 mila tonnellate, per cui Fincantieri si impegna a cofinanziare il progetto con 30 milioni di euro”. Le eccedenze del personale passeranno da 140 operai a 73, “l’azienda ci ha assicurato che per questi operai non scatteranno i licenziamenti ma verranno attivati gli ammortizzatori sociali”. Dal punto di vista del personale previste anche nuove assunzioni con l’inserimento di 10 nuovi addetti altamente specializzati entro il 2015 per le nuove commesse. “Fincantieri ha chiaramente ribadito, che qualora la Regione venisse meno all’impegno preso sul finanziamento per la costruzione del nuovo bacino,la missione produttiva del cantiere dovrebbe essere ridefinita e gli impegni assunti oggi non potranno essere mantenuti.” aggiungono Picciurro e Guercio. “Apprezziamo l’impegno assunto da Fincantieri – commenta il Segretario Cisl Palermo Trapani Mimmo Milazzo – l’unica grande realtà industriale italiana che esprime la volontà di restare e investire nel territorio siciliano con investimenti e commesse in grado di assicurare un futuro allo stabilimento palermitano. Non ci sono più alibi però, a questo punto chiediamo subito un intervento della Regione che sia decisivo per andare avanti nei lavori di realizzazione dell’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del cantiere navale di Palermo, che resta uno dei pochi siti industriali del martoriato tessuto economico palermitano. Rilanciamo anche la nostra proposta di un tavolo con la Regione per affrontare con decisione tutte le vertenze industriali ancora aperta nel territorio e che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro” conclude Milazzo.

 

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