Formazione: Cisl Scuola “misure straordinarie o lavoratori in piazza”

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I lavoratori sono ormai ridotti alla fame non percependo retribuzioni anche da 20 mesi ed in molti hanno addirittura perso il posto di lavoro. Governo ed amministrazione continuano a dichiarare che i lavoratori non dovranno preoccuparsi, ma di fatto, non esistono lavoratori che non siano creditori, almeno, di 7 mensilità arretrate

 

Palermo (ITALPRESS) – “Tutti gli impegni assunti con i sindacati che, responsabilmente, hanno negoziato con governo e amministrazione regionale, sono ad oggi disattesi e spesso non mantenuti, ultimo in ordine di tempo quello di mettere in campo un’azione straordinaria per garantire le retribuzioni ai lavoratori prima di Natale. È giunta l’ora che il governo, con il Presidente Crocetta in testa, e l’amministrazione prendano provvedimenti straordinari ed urgenti per il settore ormai al collasso o i lavoratori scenderanno di nuovo in piazza per avviare un’azione di lotta senza sosta per rivendicare sacrosanti diritti e garanzie di lavoro”. Ad affermarlo è Giovanni Migliore, responsabile Formazione Cisl Scuola, che fa il punto della situazione sulla vertenza della Formazione professionale in Sicilia che vede lavoratori da 20 mesi senza stipendi, futuro incerti e impegni disattesi.
“I lavoratori sono ormai ridotti alla fame – dice il sindacalista – non percependo retribuzioni anche da 20 mesi ed in molti hanno addirittura perso il posto di lavoro. Governo ed amministrazione continuano a dichiarare che i lavoratori non dovranno preoccuparsi, ma di fatto, non esistono lavoratori che non siano creditori, almeno, di 7 mensilità arretrate. Se il governo voleva rivoluzionare il settore ha fallito, se, invece, lo voleva distruggere ha raggiunto l’obiettivo sperato”. “L’azione di governo ed amministrazione nel corso dell’ultimo anno – aggiunge – ha portato allo sfascio dell’intero settore in tutte e tre le filiere. Di fatto, nell’isola non si svolgono attività di formazione professionale dal 7 di giugno, data di chiusura della scorsa annualità, gli operatori continuano a prestare la propria opera lavorativa presso gli enti da cui dipendono senza soluzione di continuità, ma non percepiscono gli stipendi della nuova attività, pur iniziata con 230 milioni di euro”.
A cio’ si aggiunge la problematica dei lavoratori degli enti revocati che, lamenta la Cisl Scuola “pur restando a disposizione nelle sedi come da indicazioni della stessa amministrazione senza soluzione di continuità, non sanno chi dovrà pagare loro le mensilità sopra menzionate (Ial Sicilia, Anfe Catania, Iraps, Anfes, Issvir, Aram, Ancol, Lumen e Aiprig)”. Per non parlare della IeFP (istruzione e formazione professionale) che dovrebbe garantire l’obbligo scolastico nella regione evitando la dispersione scolastica, spesso, nei quartieri a rischio delle grandi città. “Gli operatori di questa filiera – spiega Migliore – non percepiscono stipendi, come nel caso del Cnos Fap da 20 mesi, e ora, vedi Ciofs Fp, anch’esso ente storico di emanazione cattolica, rischiano anche di essere licenziati perché l’ente di appartenenza ha deciso di dimettere le attività formative in Sicilia”. Non meno problematica, ricorda la Cisl Scuola, la situazione dei circa 1850 lavoratori degli sportelli multifunzionali, 1760 dei quali transitati con un contratto a tempo determinato al Ciapi di Priolo fino al 21 aprile 2014. “In questo caso vi era l’impegno dell’assessore al Lavoro, Bonafede, ad aprire già dallo scorso mese di ottobre un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali sulla riforma dei servizi per l’impiego garantendo la continuità lavorativa agli operatori impegnati”. Migliore conclude “il governo regionale non può scaricare tutte le responsabilità del disastro sul dirigente generale del settore. Non possiamo più tollerare che gli operatori del comparto vengano presi in giro, non vengano retribuiti e perdano il loro posto di lavoro”.

 

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