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Nell’Isola, su 82 mila imprese iscritte negli albi provinciali delle nove Camere di commercio, solo 3.188 sono regolarmente registrate all’ente creato vent’anni fa da aziende e sindacati per offrire i servizi previsti dal contratto integrativo e dare sostegno al reddito di lavoratori e artigiani, nelle situazioni di particolare difficoltà
PALERMO (ITALPRESS) – La Sicilia è fanalino di coda, in Italia, sul fronte degli interventi targati Ebas a favore i lavoratori e imprese artigiane. Nel Centro-nord, invece, le aziende del settore iscritte all’ente creato dalle parti, si attestano tra l’80 e il 90%. E nel Veneto dei distretti delle piccole e medie imprese la situazione è persino esemplare: fa infatti sapere la Cisl Veneto che l’Ebav, l’omologo dell’Ebas siciliano, conta 145 mila adesioni tra i lavoratori e 35 mila tra le aziende, in pratica il 90% del settore. A renderlo noto è Giorgio Tessitore, responsabile per il settore della segreteria siciliana Cisl, che parla di “distanze siderali. Tant’è – dice – che nell’Isola, su 82 mila imprese iscritte negli albi provinciali delle nove Camere di commercio, solo 3.188 sono regolarmente registrate all’ente creato vent’anni fa da aziende e sindacati per offrire i servizi previsti dal contratto integrativo e dare sostegno al reddito di lavoratori e artigiani, nelle situazioni di particolare difficoltà”. “Inoltre, in Sicilia – rende noto la Cisl – delle quasi 3.200 imprese artigiane iscritte all’Ebas, solo 2.522 è in regola con i versamenti: così i lavoratori che risultano coperti dall’adesione all’ente, sono 6.451. Di essi sono dipendenti a tempo pieno in 3.911; assunti a part time, in 2.540. La conseguenza è che se in Sicilia le entrate dell’Ebas sono attorno al mezzo milione, sono 40 volte tanto (20 milioni) quelle dell’istituto che ha sede a Marghera”.