Ansaldo Breda, Cisl e Fim “chiediamo a Governo e Regione il rilancio del sito di Carini”

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“Abbiamo discusso del futuro di Ansaldo Breda, in particolare il settore del materiale rotabile, perché c’è in atto il tentativo di Finmeccanica di spacchettare i tre rami produttivi di Ansaldo, lasciando senza futuro il settore ferroviario. Noi diciamo no allo smembramento e chiediamo piuttosto la salvaguardia del ramo anche nell’ottica di tutela dell’indotto e del rilancio del settore ferroviario in Sicilia.

 

Un’audizione della Commissione Attività produttive dell’Ars che si svolgerà nella sede di Ansaldo Breda a Carini giovedì 24 ottobre alle ore 16, nel corso della quale affrontare la vertenza dei 160 operai dell’Ansaldo Breda, da troppo tempo in attesa di una soluzione. E’ l’esito dell’assemblea dei lavoratori dell’Azienda organizzata dai sindacati Cgil Cisl Uil, Fiom Fim e Uilm, che si è tenuta oggi nella sede dell’Azienda a Carini, alla quale hanno preso parte diversi esponenti politici fra i quali deputati regionali e nazionali, i rappresentanti nazionali di Fiom Fim e Uilm e i rappresentanti locali dei sindacati. I lavoratori attualmente lavorano a basso ritmo perché impegnati solo in attività di restyling dei vagoni (tecnicamente revamping), attività non sufficiente a rilanciare il sito produttivo. “Abbiamo discusso – affermano Armando Zanotti Segretario provinciale Cisl Palermo Trapani e Ludovico Guercio Segretario Fim Cisl Palermo Trapani – del futuro di Ansaldo Breda, in particolare il settore del materiale rotabile, perché c’è in atto il tentativo di Finmeccanica di spacchettare i tre rami produttivi di Ansaldo, lasciando senza futuro il settore ferroviario. Noi diciamo no allo smembramento e chiediamo piuttosto la salvaguardia del ramo anche nell’ottica di tutela dell’indotto e del rilancio del settore ferroviario in Sicilia. Abbiamo chiesto l’intervento del governo nazionale, del ministro allo Sviluppo Economico, affinché Finmeccanica cambi strategia e miri piuttosto ad un progetto industriale di rilancio del sito di Carini”. Zanotti e Guercio concludono “ma la Regione deve fare anche la sua parte, intervenendo presso le istituzioni nazionali per evitare lo smantellamento e la desertificazione del settore industriale in Sicilia e impegnandosi per mettere in moto un progetto di sviluppo industriale complessivo, rilanciando gli investimenti verso le infrastrutture e la ricerca, per facilitare la permanenza in Sicilia delle multinazionali, che altrimenti abbandonerebbero il territorio aumentando così l’elenco delle aziende che fuggono dalla nostra regione”.

 

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