La tragica morte di Luana, la giovane mamma di soli 22 anni stritolata da un rullo in una azienda tessile di Prato, ha scosso le coscienze di tutto il paese. Anche in queste ore altre morti sul lavoro. Ieri in Puglia, oggi a Busto Arsizio, una lunga, inaccettabile, interminabile scia di sangue che offende la dignità del nostro paese. Non possiamo continuare con questo bollettino quotidiano di incidenti mortali. È un fatto di civiltà. La questione della sicurezza deve diventare una grande vertenza nazionale, che ci deve vedere tutti uniti, così come abbiamo fatto per altre battaglie storiche del movimento sindacale”. Lo ha detto oggi il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, concludendo il Consiglio Generale della Cisl Puglia. “Il Recovery Plan deve servire per un grande investimento su questa sfida , occorre una strategia che faccia leva su interventi concreti in prevenzione, formazione, cultura della sicurezza, assunzioni di ispettori e medici del lavoro ma anche per cambiare il modo di produrre , introducendo nuovi strumenti tecnologici, rafforzando ispezioni, controlli severi e condizioni di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro: lo diremo oggi a Palazzo Chigi nell’ incontro che avremo con il Governo. Lavoro e sicurezza sono e restano un binomio indissolubile. La vita umana viene prima di ogni logica di profitto, di mercato, di competitività delle aziende”. Sbarra ha poi parlato della ripartenza del Paese. “Ci sono due comandamenti da seguire: vaccinare a tappeto e sbloccare gli investimenti. Il Piano vaccini sembra finalmente avviato al mezzo milione di dosi al giorno. Ma i dati aggregati sono come i polli di Trilussa, con disparità enormi tra Regioni. C’è chi corre e chi procede ancora troppo lentamente. Bisogna andare più veloci, mettendo in priorità anziani e fragili, arrivando rapidamente a coprire gli over 70 per avviare le somministrazioni nelle aziende”. Quanto agli investimenti ed alle riforme, “quella del Recovery è un’occasione irripetibile che, specialmente per il Sud, darà frutti concreti se riusciremo a concertare il cambiamento dentro la dimensione di un complessivo Patto sociale. I cantieri vanno fatti avanzare velocemente, senza colpi di spugna sul codice Appalti, garantendo sicurezza del lavoro, legalità e trasparenza di gestione. Serve una governance che assegni ad imprese e sindacato un ruolo attivo nel monitoraggio sul rispetto dei tempi, sulla buona qualità della spesa e per esercitare flessibilità necessarie ad accelerare in ogni territorio”. “Una nuova politica industriale dovrà rilanciare sostenibilità, adeguamento tecnologico, innovazione e ricerca tanto nei grandi asset quanto nella rete delle PMI e nei segmenti dell’indotto. L’ingresso delle risorse pubbliche nei capitali delle aziende in crisi deve essere accompagnato da un forte impulso verso nuovi modelli di partecipazione. Il pensiero va all’Ex-Ilva, che dopo l’ingresso del capitale pubblico deve agganciarsi alla fame di acciaio che si misura in certi segmenti della manifattura, e recuperare il tempo perso in termini di produzione, investimenti, innovazione e piano ambientale e salvaguardia occupazionale”. “Il Sud deve cogliere le opportunità di una mobilitazione imponente, con 202 miliardi entro il 2027. Chiediamo di agire su lavoro, infrastrutture, sostegno alle imprese manifatturiere, terziario, commercio, filiere del turismo, legalità, diritti di cittadinanza, sanità e Pubblica Amministrazione, sostegno alla non autosufficienza. Va rilanciata l’alta velocità e capacità ferroviaria, reti digitali, grandi e medie reti viarie e portualità. Soprattutto va messo al centro il buon lavoro, la sua qualità, il suo valore sociale, il suo protagonismo nell’economia reale. Per questo incentivi e trasferimenti vanno legati a condizionalità che chiamino le imprese a realizzare nuova e occupazione di qualità sopratutto per giovani e donne“.