“A 70 anni dal 25 aprile 1945 è doveroso che i giovani approfondiscano la storia e recuperino la memoria dei valori su cui si è fondata l’Italia, l’unica Repubblica democratica in Europa nata dalla Lotta di Liberazione dal nazifascismo”. Lo ha detto oggi allo stabilimento Oto Melara di La Spezia, il Segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, in occasione dell’ anniversario del 25 Aprile. “Non si può non ricordare il sacrificio di migliaia di donne e uomini, di ragazzi e ragazze che sono caduti per la libertà e la democrazia. L’identità italiana, infatti, così spesso oggi trascurata, se non addirittura offesa o strumentalizzata da forze politiche più propense a trovare motivi di divisione che non di unione per il bene comune, si recupera attraverso i valori di dignità e di libertà, attraverso i fatti decisivi della nostra storia democratica. Abbiamo il dovere di non dimenticare e di trasmettere ai giovani la memoria storica della Resistenza. Proprio perché attualmente la politica mostra fragilità e non raccoglie intorno a sé quel consenso che le spetta, i valori unificanti della Repubblica devono trovare una condivisione più ampia, più larga, nella quale tolleranza, rigore, responsabilità, equità, solidarietà, pluralismo, che costituiscono il patrimonio ideale della Lotta di liberazione, possono e devono diventare valori dell’intera comunità nazionale. Occorre anche che chi ha responsabilità di Governo, senza ricorrere alla delegittimazione dell’avversario, a contrapposizioni ideologiche ormai tanto sterili, quanto dannose per il bene dei cittadini, sappia ascoltare e dialogare con tutte le voci che rappresentano la società, con le parti sociali dalle quali non si può prescindere perché la coesione sociale ed il consenso nascono proprio da questo confronto costante e costruttivo. Ciò significa avere prima di tutto la volontà di ricercare punti di accordo e di condivisione, di dialogo e sano confronto, senza populismi e demagogie. L’Italia si fonda su valori e su una grande storia di libertà. Solo questa consapevolezza può dare alla nostra generazione il diritto alla riconoscenza da parte delle generazioni future. È lo stesso diritto che hanno acquisito quei ragazzi e quegli uomini morti per la liberazione che oggi ricordiamo con rispetto e con orgoglio perché ci sentiamo loro eredi civili”.