Governo: Bonanni “sono preoccupato che a Renzi non interessi sindacato”

257 0

Print This Post Print This Post


L’idea che uno per fare delle cose non ha bisogno di nessuno, mi fa capire due cose: la prima è che in questo modo l’economia non risale, la seconda è che c’è un problema di democrazia, dove tutto si risolve in maniera diretta

 

NAPOLI (ITALPRESS) – “Ho accolto con molta contentezza l’apparizione di questo Renzi, sebbene non avesse una storia importante alle spalle. Tuttavia sono preoccupato del fatto che a Renzi non interessi il sindacato”. Così Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl, nel corso di un forum a Napoli.
“L’idea – prosegue Bonanni – che uno per fare delle cose non ha bisogno di nessuno, mi fa capire due cose: la prima è che in questo modo l’economia non risale, la seconda è che c’è un problema di democrazia, dove tutto si risolve in maniera diretta”.
“La dichiarazione di Renzi in cui dice di poter fare a meno del sindacato non mi ha colpito più di tanto – continua il sindacalista -. I ministri discutono ogni giorno con i sindacati, quindi Renzi parla giusto per parlare. Mi preoccupa piuttosto quanto dice che ‘i sindacati finora hanno permesso di tutto’: che significa – si chiede Bonanni – che ad esempio a Pomigliano, a Castellammare, il sindacato ha sbagliato a sostenere gli investimenti? Ma il presidente del Consiglio è un imbonitore o una personalità responsabile? Voglio credere – dice Bonanni – che le dichiarazioni di Renzi siano frutto solo dell’inesperienza. Il presidente del Consiglio – aggiunge – deve avere il contegno del presidente del Consiglio. La politica è inzeppata già di troppi populismi, bisogna stare attenti”.
“Populista sono anche gli 80 euro in busta paga annunciati da Renzi”, chiede Marco Demarco, editorialista del Corriere della Sera, nelle vesti di moderatore dell’incontro. “Gli aumenti in busta paga sono una nostra richiesta”, risponde il sindacalista, che poi propone aumenti anche a favore dei pensionati, per gli assegni “fino a mille euro”. Bonanni appare tuttavia scettico che il governo riesca a trovare le risorse per finanziare i provvedimenti annunciati. “La tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26% secondo il governo porterà nelle casse dello Stato 3 miliardi, mentre saremo fortunati – dice – se gli introiti saranno intorno ai 900 milioni. Con il taglio delle pensioni d’oro al massimo poi si potrà ricavare 1 miliardo. Per cui – sottolinea il leader Cisl – bisogna stare attenti perché i soldi per finanziare i provvedimenti non ci sono. Appena la neve si squaglia la neve – aggiunge – vedremo i buchi che ci saranno”. Infine anche sui prepensionamenti nel pubblico impiego che, secondo quanto affermato dal ministro Madia, dovrebbero favorire l’ingresso dei giovani nelle Pa, per Bonanni “è poco realistico perché bisogna vedere – dice – dove il ministro troverà i fondi. Io – conclude – ridurrei gli stipendi ai dirigenti pubblici che guadagnano dai 100mila ai 130 mila euro e con i soldi che ricaviamo facciamo nuove assunzioni”.

 

Related Post