Regione, Cisl Sicilia: “a fondo senza strategia”

[print_link]


Così titola MF, riportando un colloquio col segretario della Cisl Sicilia, Bernava. Per il quale la crisi di governo è dovuta a una “mancanza di visione”. Ma se il governatore è “schiavo della vecchia politica”, anche dal Pd è necessaria autocritica

 

DI ANTONIO GIORDANO – MF SICILIA, 25 SET 2013
 
«La mancanza di una strategia con la quale affrontare la crisi», «una operetta continua fatta di annunci senza una visione» hanno portato alla crisi del governo Crocetta e adesso anche le critiche dell’esecutivo sembrano tardive. Parola di Maurizio Bernava, segretario regionale della Cisl che commenta così quello che sta accadendo in questo momento all’esecutivo guidato da Rosario Crocetta in rotta con il Pd. «Il governo non ha mai voluto stipulare un patto sociale e adesso i nodi vengono al pettine», ha spiegato a MF Sicilia il numero uno cislino secondo il quale la crisi di governo è il frutto del comportamento di Crocetta «schiavo di un vecchio modo di fare politica secondo il quale si può risolvere tutto tramite il partito. Ma la Sicilia è una realtà complessa e serve anche il sostegno delle parti sociali per trovare soluzioni a quello che accade». Dall’altro lato della barricata in questo scontro il Pd, il maggiore partito della maggioranza a sostegno di Crocetta. «Il Pd adesso critica il governo, ma fare anche autocritica», ha spiegato ancora il segretario, «non ha mai avuto la forza e il coraggio di criticare Crocetta, hanno preferito tatticismo e opportunismo. Avrebbe dovuto capire già a gennaio o febbraio che era necessario un cambio di passo, come dicevamo noi. E invece ci hanno lasciati soli». Una crisi di governo che, inevitabilmente, allontanerà l’attenzione dai problemi più urgenti della Sicilia. A partire dalle condizioni economiche dell’Isola fino alla spesa dei fondi europei. Ma Bernava invita anche a tenere alta la guardia sulla possibilità, confermata anche da alcuni magistrati e forze dell’ordine, che la criminalità organizzata approfitti del contesto di crisi economica per infiltrarsi tra le aziende sane dell’Isola. E per questo nei giorni scorsi il sindacato ha lanciato un appello, dopo le parole di Sergio Lari sulla possibile delegittimazione del fronte antimafia, a scendere in piazza insieme alle categorie produttive. «Stiamo predisponendo la manifestazione», ha anticipato Bernava.
«Il tema della legalità non può essere un tema che si affronti giorno per giorno ma serve una strategia di lungo respiro, noi siamo convinti che il mondo delle imprese e del lavoro deve fare quadrato e rafforzare gli argini a un livello di illegalità più pericoloso di prima. Siamo convinti», ha aggiunto, «che la crisi stia ancora di più in questi mesi indebolendo il sistema economico, innescando processi involutivi, con il rischio che pezzi di aziende importanti diventino appetibili per il malaffare, per i grandi capitali illeciti, aggravando fenomeni già presenti come quelli del racket, dell’usura, del lavoro nero».
La proposta è quella di creare un «argine civile» alla criminalità composto da sindacati e forze produttive. «Non possiamo lasciare questo compito a giudici inquirenti e forze di polizia», ha concluso.