Formazione Professionale, Cardinale Romeo: “Dove non c’è lavoro, manca la dignità”

Photo: repubblica.it
 
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Lavoratori della Formazione e rappresentanti della Cisl hanno incontrato il Cardinale Paolo Romeo. Un dialogo approfondito di oltre due ore sui temi del lavoro e del disagio sociale, della crisi aggravata dalla debolezza etica, politica e amministrativa.

 

Sono state le parole iniziali del Cardinale Paolo Romeo arcivescovo di Palermo, pronunciate nel corso di un incontro che si è svolto in Curia, al quale ha preso parte una delegazione di operatori e di rappresentanti della Cisl Scuola e Cisl regionale guidata dal segretario Giorgio Tessitore. L’incontro è durato due ore, perché, partito dalla vertenza della Formazione, è andando oltre, trasformandosi in un vero e proprio momento di riflessione sui temi del lavoro, della crisi economica ed etico-sociale della Regione. Dopo la solidarietà espressa dal monsignor Michele Pennisi arcivescovo di Monreale e componente della Cesi, con la lettera inviata alla Cisl, anche il Cardinale Romeo ha ascoltato il disagio della delegazione e le ragioni della protesta condividendone le preoccupazioni. “L’emergenza che oggi vive la Formazione professionale – ha spiegato Romeo – si inscrive in un contesto più ampio, quello della nostra Regione ogni giorno faticosamente provata da un’ampia crisi socio-economica che a tutti i livelli si evidenzia con preoccupanti segni di recessione. Sapete che la Chiesa, pur non avendo soluzioni pratiche ed immediate al problema, ha espresso sempre, ed esprime ancora adesso, solidarietà e vicinanza al dramma vissuto a motivo della disoccupazione” ha detto Romeo, che ha evidenziato poi la difficoltà di dialogo con le istituzioni: “Sembrano mancare interlocutori politici concreti – ha affermato Romeo – , che si facciano realmente carico di una vera e propria progettualità al servizio della Regione. La politica non è soltanto gestione delle emergenze. Non possiamo non riscontrare – ha affermato il Cardinale – le lentezze politiche e amministrative delle istituzioni, i cui equilibrismi continuano a far accumulare pesanti ritardi sullo sviluppo reale della nostra Regione”. Concetti che – mette in risalto la Cisl “Sono strettamente collegati alle nostre insistenti richieste rivolte alle istituzioni regionali e alla politica affinché in Sicilia prevalgano scelte e priorità di segno strategico per avviare un vero processo di sviluppo”.
Il basso profilo della politica fa crescere il malcontento popolare ed un pericoloso clima di rabbia e di aggressività. Il Segretario Cisl Sicilia Maurizio Bernava ha commentato le parole rivolte alla Cisl dal Cardinale “le sue incoraggianti parole, ci spingono ad andare avanti e ad insistere come sindacato nella nostra quotidiana azione per il cambiamento che abbiamo avviato nella consapevolezza della profonda crisi che vive la nostra regione. Ciò che emerge è una profonda inadeguatezza e incapacità ad affrontare gli effetti della crisi da parte delle istituzioni, manca una vera e propria strategia ed azioni di governo che mettano al centro il lavoro, la povertà, lo sviluppo. La debolezza etica nell’uso delle risorse pubbliche e l’utilizzo solo politico dell’amministrazione, alimenta sfiducia fra i cittadini nei confronti della politica e allontana i processi di ripresa” . Partendo proprio dal disagio vissuto dagli operatori della Formazione, il Cardinale Romeo ha rievocato gli impegni assunti e disattesi in questi anni dai governi regionali sulle principali vertenze, indicando simbolicamente quella della Fiat di Termini Imerese proprio per stigmatizzare le responsabilità politiche che non hanno consentito di rendere economicamente conveniente all’impresa investire nell’area di Termini Imerese (impegni disattesi con Fiati quali quelli sull’adeguamento del porto di Termini Imerese , sul raddoppio della ferrovia Palermo – Messina e sulla concessione di nuove aree idonee). Da qui Romeo ha mosso un richiamo alla responsabilità di tutti per il cambiamento sottolineando la necessità di guardare a 360 gradi la realtà, cominciando da noi stessi, perché “è inammissibile – ha aggiunto – delegare sempre ad altri (come le Istituzioni nazionali e comunitarie, l’imprenditoria, ecc.) la responsabilità del bene da farsi, come se questo non ci toccasse in prima persona, a livello del singolo come dell’intera comunità siciliana. Non possiamo invocare il cambiamento della realtà che ci circonda senza prima esserci impegnati a cambiare noi stessi, con le nostre scelte e le nostre prospettive”. Un appello alla responsabilità personale ‘se ognuno fa qualcosa’ a cui don Pino Puglisi aggiungeva realisticamente: allora possiamo fare molto. “Molto, non tutto – conclude Romeo – un ‘molto’ compiuto però insieme, che sprona ad andare avanti senza adagiarsi, perché ‘molto’ ancora resta sempre da fare”.