Regione, Cisl Sicilia, ““Musumeci apra le porte del Palazzo. Noi pronti a confronto su una nuova stagione di riforme”

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“Musumeci apra le porte del Palazzo. Intende varare una nuova stagione di riforme? Perfetto. Ma inviti al tavolo del confronto le parti sociali. Ascolti le nostre analisi. E le nostre proposte”. Così Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, commentando l’annuncio fatto in mattinata dal governatore che, presentando la manovra finanziaria approvata dall’Ars, ha parlato di “stagione delle riforme che comincerà tra qualche settimana”. Per Milazzo, “la Sicilia ha bisogno di uscire dallo stallo di questi anni. Ma non vorremmo che, sul terreno delle riforme da varare, si ripetesse il black-out che in queste settimane ha oscurato il rapporto governo-parti sociali. Lasciate fuori da ogni sede di confronto sulle linee del Bilancio e della Finanziaria”. “Non vorrei essere frainteso”, puntualizza il segretario Cisl. Il presidente della Regione ha sostenuto che “ogni volta che parliamo di riforma si scatenano lobby, organizzazioni di categoria, sociali, perché tutto rimanga com’è”. “Il sindacato non ha alcun interesse a che tutto rimanga com’è. Lo ricordi, Musumeci. Ed è sui temi che stanno a cuore al mondo del lavoro e che puntano a coniugare crescita e solidarietà sociale, che intende dare il proprio contributo”. In Sicilia, si legge nella nota Cisl, a lavorare sono solo un milione 370 mila residenti, appena il 27% della forza lavoro. E nell’ultimo anno ben 25 mila persone, 12 mila delle quali giovani, ha fatto la valigia ed è andata via. “Sono cifre insopportabili”, rimarca Milazzo. A fronte delle quali, secondo il segretario, “serve un impegno corale”: dal tema dell’occupazione a quelli dei rifiuti, dell’acqua e del dissesto idrogeologico. Ancora, dello snellimento della burocrazia regionale e locale, del riordino delle ex Province, della progettazione esecutiva e del funzionamento degli uffici tecnici di Regione ed enti locali. Insomma, “alla Regione chiediamo di superare, lavorando assieme, la palude e lo stato di emergenza permanente che ha ipotecato questi anni”. (ug)

 

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