Almaviva, verso lo sciopero generale dei seimila lavoratori, Cisl e Fistel “unica possibilità se azienda punta ai licenziamenti camuffati”

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Si va verso lo sciopero generale dei seimila lavoratori Almaviva Compact di tutta Italia. Almeno, questa è la decisione assunta nel pomeriggio dall’esecutivo regionale della Cisl Sicilia che, assieme alla Fistel Cisl (la federazione delle telecomunicazioni), nei prossimi giorni proporrà la mobilitazione congiunta ai vertici regionali e nazionali di Cgil e Uil. La protesta dovrebbe svolgersi entro poche settimane, propongono Cisl e Fistel. E al centro dovrebbe avere la vicenda dei 2800 dipendenti a tempo indeterminato di Almaviva Compact, di Palermo. L’altro ieri, mercoledì 4, con una lettera indirizzata alle organizzazioni sindacali, l’azienda ha messo in moto, per il sito palermitano, le procedure per “conferimento di ramo d’azienda”. In pratica, per la costituzione di una srl sganciata dalla casa madre (Almaviva spa), nella quale trasferire attività e passività generati dall’impianto di Palermo. Maestranze comprese. Ma per Cisl e Fistel l’operazione non sarebbe affatto, come motiva l’azienda, di “riorganizzazione”, “consolidamento” e “riequilibrio complessivo”. Piuttosto, affermano Mimmo Milazzo e Ciccio Assisi, segretari generali della Cisl e della Fistel siciliane, “è un primo passo in direzione del licenziamento. Un licenziamento camuffato sotto le insegne di una bad company”. “Sappia Almaviva che ci metteremo di traverso”, ripetono Fistel e Cisl. Che pensano alla mobilitazione generale anche per accendere i riflettori sui problemi del settore dei call center, che in Sicilia occupa circa 13 mila persone a tempo indeterminato più i precari.
Quanto ad Almaviva, la Cisl intende rivolgersi pure, assieme a Cgil e Uil, a Regione e Anci: “perché a noi – spiegano Milazzo e Assisi – interessa che commesse e attività produttiva restino nel territorio. E non ci interessa sotto quale insegna. Regione ed enti locali devono impegnarsi a organizzare le condizioni migliori per investimenti e insediamenti produttivi”. Insomma, l’accordo del 12 giugno 2017 che ha tagliato per un anno, fino al prossimo giugno, di 4,5 milioni il costo del lavoro di Almaviva Compact, per il sindacato “non è replicabile”. “I lavoratori la loro parte l’hanno fatta per contribuire alla competitività aziendale. Ma se Almaviva risponde in questo modo, non resta che la mobilitazione generale”.
Intanto, come da prescrizione di legge, stamattina le segreterie territoriali e nazionali di tutte le organizzazioni sindacali hanno fatto partire, unitariamente, una richiesta di incontro all’indirizzo dell’azienda e di Unindustria Roma, dove la casa madre ha sede. Oggetto: “conferimento di ramo d’azienda”. Tema: “l’esame congiunto” delle questioni sollevate dalla missiva aziendale del 4 aprile. (ug)

 

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