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Lunedì 1 dicembre sciopero dipendenti dei servizi pubblici, sit in a Palermo e Trapani

 

Incroceranno le braccia in tutta Italia e davanti alle nove prefetture siciliane, per l’intera giornata. Lo sciopero, con le parole pronunciate a Palermo qualche giorno fa da Annamaria Furlan, leader nazionale della Cisl che la protesta l’ha decisa, impegnerà dipendenti “per i quali da anni i contratti non sono rinnovati e verso i quali lo Stato è un datore di lavoro inadempiente”. Dunque “obiettivo contratto” il cui rinnovo è congelato da ben sei anni. “Noi operatori del pubblico impiego da sei anni aspettiamo il rinnovo”, si legge al riguardo in una nota Cisl. “In un mondo in sempre più rapida trasformazione nessuno può accettare per sé e per la propria famiglia una situazione di vita perennemente congelata”, scrive il sindacato. “È nella natura umana e professionale l’esigenza di crescere, formarsi e migliorare.~Un obiettivo peraltro in sintonia~con quello del governo, quando parla di riformare e dare efficienza al Paese e di investire sulla migliore formazione delle future generazioni”. “Crediamo però – rimarca la Cisl – che il bene pubblico non possa essere creato con lavoratori trattati con disprezzo, senza prospettive per il futuro e con stipendi bloccati da anni.~Ci piacerebbe condividere questi temi con il premier Renzi.~L’approccio dialogante e responsabile della Cisl finora, però, non ha trovato riscontro. Per questo scioperiamo. Per noi, per migliori servizi, e perché pensiamo che un Paese migliore nasca da un progetto comune”.
In Sicilia si terranno sit-in dalle 10 alle 13,30 davanti le prefetture. Vi prenderanno parte dipendenti statali, regionali, di enti locali, sanità. Delle agenzie fiscali, di Inps e Inail. Poi gli operatori della scuola, dell’università e dei settori della ricerca e della sicurezza. Ma “lo sciopero – puntualizza Mimmo Milazzo, da qualche giorno segretario della Cisl Sicilia – non ha un mero intento rivendicativo, di tipo salariale. Protestiamo perché riteniamo che, attraverso il contratto che deve essere rinnovato, i lavoratori abbiano il diritto di partecipare al processo democratico di ammodernamento della pubblica amministrazione. Per poter offrire servizi migliori ai cittadini”.