Fim Cisl “A rischio gli ultimi due baluardi produttivi dell’industria palermitana”

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L’anno 2013 si chiude con il pericolo incombente della desertificazione industriale del territorio palermitano, con la continua indifferenza della politica e delle istituzioni. Auspichiamo ad un cambio di rotta per per il 2014

 

“Riteniamo che la condizione necessaria per l’esistenza del sito produttivo di Carini,sia il mantenimento all’interno del gruppo Finmeccanica e poi,attraverso una riorganizzazione produttiva che veda come protagonista l’Azienda (ormai da tanto tempo volutamente assente), la riconferma della missione produttiva del revamping che assicurerebbe per tanti anni le commesse delle FS. Sollecitiamo questo impegno al più presto, affinché il 14 gennaio quando presso il Ministero degli Affari Produttivi si terrà l’incontro tra Azienda, parti sociali e Istituzioni regionali e nazionali, si possa decidere il futuro del sito all’insegna del rilancio”.A rilanciare l’appello per il mantenimento del sito produttivo di Carini, sono i Segretari Fim Cisl Sicilia Salvatore Picciurro e Fim Cisl Palermo Trapani Ludovico Guercio. “L’anno 2013 si chiude con il pericolo incombente della desertificazione industriale del territorio palermitano,con la continua indifferenza della politica e delle istituzioni. Auspichiamo ad un cambio di rotta per per il 2014 e quindi facciamo un appello a tutta la deputazione nazionale Siciliana, ai parlamentari regionali,alle istituzioni dell’isola,unitamente al Presidente Crocetta,per far si,che il governo nazionale e il suo Presidente Letta,intervengano presso i vertici di Finmeccanica, affinché modifichi il piano industriale di Ansaldo-Breda, rispetto all’Imesi di Palermo”. Su Fincantieri aggiungono “Facciamo anche un ulteriore sollecito ai vertici del governo regionale ed al Presidente Crocetta, affinché si definisca la questione sui finanziamenti assegnati per la costruzione del bacino galleggiante da 100 mila tonnellate al cantiere navale di Palermo. Il governo regionale deve risolvere al più presto questo problema, si rischia il tracollo. Senza la costruzione di questo grande bacino,la missione produttiva assegnata al cantiere sull’offshore, non ha motivo di esistere e renderebbe il sito marginale e privo di prospettive”.

 

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